Raggiolo il paese dei Còrsi

Raggiolo il paese dei Còrsi
Raggiolo il paese dei Còrsi

Raggiolo il paese dei Còrsi

Piccola patria della castagna, di cui ancora oggi si celebrano gli antichi fasti, Raggiolo ha radici millenarie e un antico retaggio di fierezza, di confronto quotidiano con le asperità della vita, di ascendenze che si inoltrano nella notte dei secoli. Storie di longobardi, di signori feudali e delle loro fucine di armi e in particolare di una colonia di Còrsi qui insediatasi secoli orsono a ripopolare l’antico castello, distrutto nel '400. I Corsi sono i gli antenati degli abitanti di Raggiolo, che alla loro tradizione si richiamano ancora con distinzione e fierezza.


 

Lo spirito del luogo

Raggiolo è un paese di confine. Un borgo con un sapore di lontanza che è raro trovare. Lo spirito  del luogo vi aleggia libero, con una latenza sepolta e potente. La debolezza è la sua forza paradossale che reclama nuovi occhi, un nuovo stupore. E' questo che si deve andare a cercare tra le stradine selciate di Raggiolo. Questa è la chiave per capire il paese e i suoi abitanti

Lo spirito del luogo
Il borgo del Silenzio

Il borgo del Silenzio

Un paese verticale, di pietra e di silenzio. Un borgo dall'immagine rara, di singolare qualità architettonica e dalla storia millenaria. La quiete e l'atmosfera sospesa segnano la qualità del luogo. Sottratto all'usura dell'attualità, trattiene un residuo arcaico, che resiste all'affanno dei nostri tempi. Bellezza e nostalgia ne sono la cifra.

Il Pratomagno

Raggiolo si trova a i piedi del Pratomagno. Questa catena montuosa, ricca di castagneti e di faggete, sulla sommità è caratterizzata da una vasta prateria che a perdita d'occhio domina i crinali. Un mare d'erba. Un susseguirsi di gobbe come di balena - d'inverno candide, in primavera verdissime e bionde come il miele d'estate - nuota in un cielo liquido del colore delle giunchiglie.

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Il Pratomagno

La storia di Raggiolo, le origini

Fondato verso il sec.VII dai Longobardi, nel 967 Raggiolo fu concesso in feudo dall’imperatore Ottone I a Goffredo di Ildebrando. Posto al confine tra le diocesi di Arezzo e Fiesole, dove si incrociavano le zone di influenza di Firenze, di Arezzo e dei signori dei varchi appenninici, il castello di Raggiolo, menzionato nel 1164 in un diploma di Federico I di Svevia, fu sotto la signoria dei Conti Guidi dalla metà del sec. XIII, dando origine ad uno dei rami della famiglia. Uno di loro, Guido Novello II – nipote dell’omonimo podestà di Firenze e di Arezzo, uno dei condottieri dell’esercito ghibellino schierato a Campaldino nel 1289 – vi pose la sua corte dal 1301 al 1322, facendone un castello forte e popoloso. Uomo colto e di vaste relazioni, Guido Novello di Raggiolo nel 1312 fu nella schiera scelta di cavalieri che a Pisa accolsero l’imperatore Enrico VII. Dette inoltre impulso ad alcune fabbriche di armi, da cui derivò un florido commercio. Alla sua morte, dopo un breve dominio degli Ubertini, Raggiolo fu possesso dei Tarlati, signori di Arezzo e di Bibbiena. 

La storia di Raggiolo, le origini
La distruzione del Castello e i Còrsi

La distruzione del Castello e i Còrsi

Entrato nel distretto della Montagna Fiorentina nel 1357, Raggiolo subì una dura rappresaglia per essersi ribellato nel 1391, ma il colpo finale al castello fu dato nel 1440 dalle truppe del Piccinino, che lo distrussero e uccisero gran parte degli abitanti. Il castello non venne più ricostruito e Raggiolo fu aggregato al Vicariato di Poppi. Nel corso del '500 il paese fu popolato da una colonia di Còrsi che qui giunsero dalla Maremma seguendo le greggi di pecore transumanti. Formarono una vera e propria enclave: i Còrsi di Raggiolo, antenati degli attuali abitanti.  A loro si richiama ancora oggi la tradizione del paese.

Tra castagne, pecore e carbone

Raggiolo fu per secoli capoluogo di Comunità nell’epoca granducale e Mairie nell’occupazione napoleonica. Nel 1873 fu unito con Ortignano, dando vita all’attuale Comune di Ortignano-Raggiolo. Nel corso della seconda guerra mondiale nella valle vi furono vari scontri tra tedeschi e partigiani, che coinvolsero le popolazioni civili.

Tra castagne, pecore e carbone
Dal '700 a oggi

Dal '700 a oggi

Nel periodo di maggiore sviluppo del paese, iniziato nel ‘700 e protrattosi con vicende alterne fino al periodo tra le due guerre mondiali, fu portata agli esiti più alti la coltura della castagna.

Il risultato, decisivo nell’economia e nella vita sociale della popolazione, si verificò attraverso un’attività plurisecolare iniziata nel medioevo, in cui il castagno fu sistematicamente piantato, quale albero da frutto di rilevante valore nutrizionale, in tutta la fascia più bassa del Pratomagno. Qui nel '200 i Conti Guidi selezionarono la “raggiolana”, una castagna che ancora oggi porta il nome del paese. Nel corso dell’800 e fino alla seconda guerra mondiale Raggiolo ha raggiunto i mille abitanti, dando i natali a illustri ecclesiastici. Oggi il paese torna a popolarsi nel periodo estivo, ma i residenti fissi sono ormai poche decine

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